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Il disturbo specifico del linguaggio (DSL) è un disturbo evolutivo del linguaggio, detto “specifico” in quanto non è collegato o causato da altri disturbi evolutivi del bambino, come ad esempio ritardo mentale o perdita dell’udito.

Fa parte della famiglia dei Disturbi Evolutivi Specifici.

Esso è indicato dalla sigla F80 nella classificazione dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità e si trova nel capitolo 315 del manuale diagnostico americano DSM-IV.

Non si tratta di un disturbo acquisito, ma di una sindrome congenita.

I disturbi specifici del linguaggio o disfasie evolutive colpiscono i bambini con un’intelligenza normale senza apparenti problemi neurologici, psichiatrici e sociali.

 

Il DSL colpisce circa il 6-8% della popolazione mondiale, con un rapporto 2:1 tra maschi e femmine, e spesso entrambi i membri di una coppia di gemelli monozigoti.

Spesso il DSL è ereditario. Alcuni casi sembrano collegati con i geni FOXP2 e USP10.

Vi si associano problematiche motorie e Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).

 

Molto schematicamente si potrebbe parlare di bambino a rischio di disturbo di linguaggio se:

 

  • a 12 mesi: mostra difficoltà di comprensione del linguaggio parlato;

 

  • a 24 mesi: dice meno di 10 parole;

 

  • a 30 mesi: dice meno di 50 parole e non fa combinazione di almeno due parole.

 

I bambini con questo ritardo vengono chiamati LATE TALKERS perchè la comparsa del linguaggio è ritardato.

 

Vi sono 3 tipi di disfasie: della comprensione, della produzione e dell’articolazione.

 

Alcuni bambini affetti da DSL possono acquisire il linguaggio seguendo lo stesso percorso di bambini con uno sviluppo normale, ma più lentamente.

La variabilità interindividuale è notevole, ma in generale si segnala una maggior difficoltà con la morfologia e la fonologia.

 

Le cause dei disturbi specifici del linguaggio sono 4:

 

a) Il linguaggio per questi soggetti è troppo veloce in quanto non vi è la capacità di discrimare i suoni e le sillabe.

b) Compromissione della memoria implicita del linguaggio, organizzata nei gangli della base. Vi è un apprendimento conscio del linguaggio e l’uso della memoria consapevole. Vi è un deficit del cromosoma 7q31.

c) Anomalie parassistiche del sonno paradossale (non-REM) che influisce con la memoria semantica del linguaggio.

d) Disturbi della memoria procedurale.

 

Micromalformazioni cerebrali, ossia la corteccia cerebrale risulta in alcuni punti disorganizzata. Alla base di ciò vi è un’allergicità tra madre e bambino durante la gravidanza in quanto solitamente vi sono minacce d’aborto.

 

Vi sono inoltre le disfasie evolutive così denominate per la loro modalità di trasmissione genetica. I soggetti con disfasie evolutive hanno difficoltà a discriminare il linguaggio alla normale velocità d’eloquio ossia a discriminare stimoli in rapida successione.